Regione NUTS-3 Udine (Italia)
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Dal Monte Collians (2780 m) - il punto più alto delle Alpi Carniche e dell'intera regione - si può godere di uno splendido panorama della provincia di Udine, situata all'incrocio di tre nazioni: l'Austria, la Slovenia e l'Italia e per questo una delle più varie province alpine. La catena delle Alpi Carniche costituisce il confine settentrionale naturale, i suoi massicci calcarei di oltre 400 milioni di anni appartengono alle zone geologicamente più significative del nostro pianeta. Più a sud si trovano le Alpi Tolmezzine e Giulie (per le Alpi Giulie cfr Goriska/Goriziano Sloveno e Gorenjska/Alta Carniola), le Prealpi Carniche e Giulie e l'anfiteatro morenico, la pianura friulana - che raggiunge ad una depressione di -600 m di sedimenti ghiaiosi - ed in fine la laguna di Marano e le spiagge sulla costa adriatica. Dal punto di vista climatico le Prealpi costituiscono una barriera per l'aria umida che giunge dal mare, la quale provoca intense e frequenti precipitazioni. Il monte Musi (1866 m) registra il più alto tasso di precipitazioni annuali, con oltre 3000 mm. La laguna presenta un ambiente favorevole per la riproduzione di una ricca avifauna, rappresentata da anatre, gabbiani, rondini di mare, cormorani, cigni, oche selvatiche, ecc... Nelle Prealpi Giulie, caratteristiche per il carsismo, le zone boschive sono dominate a bassa quota da castagni, oltre che da faggi, abeti bianchi e rossi, larici e ontani. Nelle zone in cui non vi è la presenza di ghiacciai risalenti all'era quaternaria e dove il mare fa sentire il suo mite influsso, la flora è particolarmente ricca: ritroviamo piante tipiche delle zone illirico-balcaniche come la frangola delle rocce, la campanula adriatica, o il giglio Carnico. Orsi, tassi, camosci, linci, martore, marmotte, stambecchi e moffette sono tipici mammiferi della zona; la coturnice alpina, il picchio cenerino, il biancone, il re delle quaglie e il falcone pellegrino sono esemplari presenti qui come nelle Alpi Carniche. Il Tagliamento, l'ultimo dei fiumi selvaggi delle alpi, rappresenta uno straordinario ecosistema di tipo europeo, purtroppo minacciato da una edilizia indiscriminata, tanto da essere a rischio a breve termine di definitiva distruzione. Vi sono altri fiumi tra i quali si ricordano Cellina, Fella, Isonzo, Loncon, Meduna, Natisone o Stella. Nel 1976 il Friuli fu colpito da un terremoto disastroso che lasciò dietro di sé circa 1.000 morti e 70.000 senza tetto.
Probabilmente furono i Celti ad abitare la regione per primi e, a partire dal II sec. a.C., contribuirono a far fiorire Aquileia (che allora aveva 200.000 abitanti ed era la quarta città più estesa dell'Impero Romano), Cividale e Zuglio come centri economici. Questo sviluppo ebbe fine a causa delle incursioni barbariche nelle pianure del Friuli, a partire dal II sec. d.C., quando Attila rase al suolo Aquileia. Nel 568, dopo un breve periodo di potere bizantino, si avvicendarono i Longobardi e, dopo poco, i Franchi. Soltanto nel 1223 il Conte Bertolt di Andechs concesse al capoluogo di Udine il diritto di avere un mercato, dando così l'avvio ad attività commerciali e scambi economici. Nel 1420 la zona divenne parte della Serenissima Repubblica di Venezia che non favorì l'ulteriore sviluppo della città e delle zone limitrofe si sviluppassero ulteriormente. Nel 1797 fecero ingresso nella regione le truppe Napoleoniche e a partire dal 1813 furono gli Asburgo a controllare la città. Nel 1866 cominciò il vero e proprio Regno d'Italia. Durante la Prima guerra mondiale la città ricevette il soprannome di "Città della Guerra" come luogo del comando supremo italiano e nella II Guerra Mondiale divenne temporaneamente parte integrante del Terzo Reich. Nel 1964 fu riconosciuta l'autonomia della regione Friuli-Venezia-Giulia, la quale fu dichiarata regione a statuto speciale, anche grazie all'intervento attivo di una parte della popolazione comunista che promuoveva l'annessione alla Jugoslavia. La densità della popolazione (108 ab./Km2) e l'urbanizzazione (meno del 20% della popolazione vive nel capoluogo Udine) sono piuttosto bassi. Il tasso di disoccupazione del 3,5% e il reddito annuo pro capite al PIL di 25.179 € collocano la provincia in una ottima posizione economica (2004). L'occupazione nell'industria riguarda l'edilizia, la metallurgia, l'industria di trasformazione, la meccanica, l'elettronica, la costruzione di apparecchi ottici, industria del legno, l'industria alimentare. Il terziario, settore dominante, spicca per il commercio, le riparazioni, l'industria immobiliare, l'informatica, la ricerca, la sanità, i servizi sociali, l'edilizia, l'industria alberghiera e la ristorazione, i trasporti, i magazzinaggio, le comunicazioni, l'amministrazione pubblica, la difesa nazionale e la previdenza sociale. La provincia cerca di contrastare il flusso migratorio dei giovani che popolano le zone montagnose con un massiccio programma di investimenti. Il teeritorio di Udine, tra le montagne, è costellato di perle turistiche: le località di Ravascletto-Zoncolan, Sella Nevea (sul Ghiacciaio del Canin - il più basso ghiacciaio europeo, dove si può sciare fino a maggio), Forni di Sopra (con una altezza tra 900 e 2073m, la zona più alta) o Tarvisio (accanto alla zona sciistica ci sono oltre 100km di piste per lo sci di fondo) offrono eccellenti servizi connessi a sport invernali (Austragungsort von FIS- und Europacup-Rennen). Ovviamente si può godere della montagna anche durante il periodo estivo, mentre gli amanti del mare possono trascorrere le proprie vacanze sulle spiagge di Lignano Sabbiadoro e Marano Lagunare; non meno incantevoli sono gli antichi borghi, i mulini, le ville lungo il fiume Stella o le incantevoli chiese nelle Valli del Natisone, in Val Degano e nella Valle del But. Tra i capolavori culturali di Udine, la città più veneziana del Friuli, si annoverano il Duomo di Santa Maria Annunziata (XIII-XV sec) e la Piazza della Libertà, che attraverso un percorso pedonale conduce alla vetta della fortificazione dove vi è un castello medioevale del XVI sec. Degne di una visita sono senz'altro la Galleria d'Arte Antica (Caravaggio) e la Galleria d'Arte Moderna (Modigliani, Sironi). Tra le feste della città da non perdere è la "Friuli D.O.C.", una mostra che ha luogo ogni anno e che espone i quasi 250 vini della zona di produzione udinese, tra i quali ricordiamo "Colli Orientali del Friuli", "Friuli Annia", "Friuli Aquileia", "Friuli Grave", "Friuli Latisana". Tra le specialità culinarie si possono annoverare il riso, i ravioli o la polenta, come pure la barbabietola con il maiale cotto allo spiedo ("Brovada"), piatti da gustare nelle tipiche trattorie della città, dove è ancora vivo la lingua dialettale friulano ("O soi un furlan, o ven di Udin"). | |||||||||||||||||||