Regione NUTS-3 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (Italia)
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La Valle d’Aosta merita una menzione speciale, sotto molteplici aspetti. Dal punto di vista amministrativo essa è la più piccola regione italiana, persino più piccola di alcune province. Allo stesso tempo ha un altissimo livello di autonomia, tant’è che in questa regione possono essere promulgate delle leggi che differiscono dalle normative italiane, principalmente per quello che concerne la sviluppo economico. Poiché la Valle d’Aosta è formata da un’unica provincia – la provincia di Aosta – di essa si parla erroneamente come “provincia di Valle d’Aosta” soltanto a livello statistico, in quanto trattasi di una vera e propria regione autonoma. Per esprimersi correttamente, la regione dovrebbe essere chiamata nelle tre lingue parlate, l’italiano (Valle d’Aosta), il francese (Vallée d’Aoste) e il francoprovenzale o arpitano (Val d’Outa). Le prime due, in seguito ad avvenimenti storici, sono parimenti lingue ufficiali – così come non deve essere dimenticato il tedesco vallese nel Gressoney. Circondata dalla Svizzera Vallese al nord, dalle province piemontesi a sud e a ovest, e dai dipartimenti francesi la Savoia e l’alta Savoia, ad est, la Valle d’Aosta costituisce il naturale “tetto d’Europa”: tra le oltre quattromila vette si annoverano il Monte Rosa (4634 m, cfr. Verbano-Cusio-Ossola), il Cervino (4478m, cfr Vallese), il Gran Paradiso (4061m), così come il Monte Bianco / Mont Blanc che sovrasta tutte le altre cime (4807m). Data l’altezza media sul livello del mare di questa regione - 2100m (come pure è il caso del canton Grigioni) – non c’è da meravigliarsi che i suoi 210 ghiacciai rivestano una superficie complessiva di 170 km2 . Il ghiacciaio del Miage, con i suoi 10 km di lunghezza, è il più esteso d’Italia. La valle principale si estende lungo il corso della Dora Baltea / Doire Balte, sui cui fianchi si sviluppano a spina di pesce le valli secondarie. Il clima nella zona più interna della regione da St. Vincent ad Aosta, a causa della posizione piuttosto schermata del bacino, si mostra asciutto, con 600mm di precipitazioni annue e per questo dà vita a forme di vegetazione di tipo stepposo, come l’erba steppa (o erba della piuma) e persino mediterraneo, come il timo o i mandorli. In questa zona gli inverni sono più miti e le estati più tiepide di quello che al contrario si tende ad immaginare. Le valli montuose e le circostanti vette sono però molto umide (si pensi al Gran San Bernardo, 2472m, sul quale le precipitazioni annue raggiungono i 2100mm) e fredde (ad es. il Gressonay Saint-Jean, 1385m, sul quale si registrano temperature di –5° C a metà gennaio e di +12° C a metà luglio). Con il mutare dell’altitudine, cambia anche la vegetazione: tra i castagni e i faggi nella valle prosperano a partire dai 900 m gli abeti rossi e i larici, e intorno ai 2000m crescono arbusti come i rododendri e la vegetazione tipicamente alpina. Tra gli animali del Parco Nazionale del Gran Paradiso fondato nel 1922 si annoverano stambecchi, camosci, marmotte ed ermellini. Il parco internazionale del Monte Bianco, il parco naturale del Monte Avic e le altre riserve naturali mostrano le stesse caratteristiche e il fatto che la Valle d’Aosta ospiti oltre il 40% delle specie vegetali mondiali, resta un elemento assolutamente distintivo e degno di nota. Sin dai tempi più remoti la regione svolse un importantissimo ruolo come “passaggio a nord-ovest”, fungendo da raccordo per l’Europa, in modo particolare attraverso il controllo dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo. Dal V secolo a.C. si insediò nella zona una popolazione di ceppo etnico celtico-ligure, i Salassi, i quali cedettero il passo ai Romani solamente nel 25 a.C. Furono questi ultimi a fondare la città Augusta Pretoria, l’odierna Aosta, e a migliorare la regione dal punto di vista infrastrutturale, aprendola così ai Galli. Nel V secolo ebbe luogo la scissione dalla Chiesa di Vercelli, la quale fino all’XI sec. riuscì a mantenere al potere i vescovi di Aosta. In precedenza vi erano state numerose ma non particolarmente durature interruzioni del potere da parte di Goti, Longobardi, Burgundi e Franchi. Finalmente la casa dei Savoia salì al potere e l’influsso di tale casato sarebbe durato fino al XIX secolo. La valle era andata via via acquisendo una certa autonomia politica fin dal XVI sec., così che nel 1948 sembrò quasi naturale che la Regione fosse dotata di diritti speciali, rispetto allo Stato Italiano, ciò al fine di impedirne in qualche modo future aspirazioni secessionistiche. Oggi la popolazione, concentrata nella valle principale, risiede per un terzo nel capoluogo che conserva il secondo posto come minore densità di popolazione tra le regioni italiane, ovvero 37 ab./km2 (2004). Inoltre da circa trent’anni si registra un debole afflusso di immigrati: nella zona giungono prevalentemente giovani, i quali riescono a trovare possibilità di guadagno nel campo del turismo. Senza dubbio l’economia è dominata dai servizi, con circa il 70% delle offerte di lavoro nei settori quali il commercio, le riparazioni, il campo immobiliare, l’informatica, la ricerca, ecc…come pure nell’azienda turistica, nell’amministrazione pubblica, nella difesa nazionale, nel campo assicurativo e sociale, nell’edilizia, nei trasporti e nella comunicazione. La situazione del mercato del lavoro è eccellente (appena il 3% di disoccupazione nel 2004). Piccole aziende altamente specializzate nel campo della lavorazione dei metalli e nella creazione di oggetti ottici ed elettronici donano all’industria poco sviluppata un aspetto dinamico – d’altro canto si trova impiego nel settore secondario e soprattutto nell’agricoltura. Un problema piuttosto serio è rappresentato dall’asse di comunicazione principale, che deve sopportare l’intero peso della tratta Torino/Milano – Monte Bianco – Genf. La Valle d’Aosta deve la propria ricchezza al forte flusso turistico, che trova la sua maggiore espressione in luoghi come Courmayeur e il Monte Bianco, Breuil-Cervinia o Gressoney-Saint-Jean. In questi luoghi, come in altre 20 zone sciistiche gli ospiti possono godere di centinaia di chilometri di piste e di modernissimi impianti di risalita e anche in estate le aspettative dei turisti non restano mai deluse. Gli oltre 130 castelli impreziosiscono come perle di una collana il percorso lungo la Dora Baltea e Aosta, detta la “Roma delle Alpi”, entusiasma grazie ai suoi tesori artistici romani e medievali, al clima mite e al panorama spettacolare che si può godere guardando in qualunque direzione. Da non perdere i vini D.O.C., tra i quali il Prié Blanc, il Muscat de Chambave, il Torrette e l’Enfer, il Petite Arvine o lo Chardonnay e i prodotti tipici come la fontina, il Lard d’Arnad (lardo) o insaccati come il boudeun (sanguinaccio, un insaccato fatto di patate lesse, lardo, sangue di maiale, sale e spezie) o le salsicce. | |||||||||||||||||||