Tirol Atlas Archive

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Regione NUTS-3 Koroška (Slovenia)

overview

Scheda segnaletica
Capoluogo: Slovenj Gradec410m
Rilievo più alto: Kordezeva Glava2126m
Comuni12
Popolazione73754
Superficie1041 km²
Densità di popolazione71 Abitanti/km²
>> Scheda Dati Nuts-3
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Foto
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Grafici
Distribuzione altimetrica (aiuto)
Corine Land Cover
Piramide delle età
 
Regioni limitrofi NUTS-3
Podravska, Savinjska, Unterkärnten, West- und Südsteiermark
 
Diagrammi climatici di Walther-Lieth
Ravne na Koroškem (440 m): ø 8.3 °C / Σ 1177mm
Šmartno pri Slovenj Gradcu (455 m): ø 7.7 °C / Σ 1156mm
 

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Kordezeva Glava (2.126m), Peca Massif (©Gerhard Lieb)
La regione statistica della Carinzia Slovena è situata quasi al confine della zona della Convenzione Alpina. Essa può essere definita da un lato ‘regione di montagna’, con i suoi corsi d’acqua verde smeraldo e i brillanti prati verdi, dall’altro ‘zona industrializzata’, per la precisione la più antica della Slovenia. Il suo territorio è composto dai tre gruppi montuosi Bachergebirge (Črni vrh: 1543m), Poßruck (Kosenjak: 1523m) e le Steiner Alpen/Alpi Carniche (Peca: 2125m), come pure dalle tre valli dei fiumi Drava, Mislinja e Meža. Il corso d’acqua principale, la Drava, viene più volte arrestato nei ricorrenti momenti di piena nel mese di giugno, al fine di ricavare elettricità dal suo corso possente; gli altri corsi d’acqua presentano caratteristiche torrentizie e sono meno adatti a questo scopo. La mezza montagna del Poßruck appartiene geograficamente alle Alpi Settentrionali e geologicamente alle rocce cristalline dell’era paleozoica e del terziario (gneis, rocce calcaree, marmo…). La sua linea di confine a zig-zag, proprio in corrispondenza con la cresta montuosa che delimita il territorio sud-occidentale della regione austriaca della Stiria (cfr. West- und Südsteiermark), è il frutto della decisione presa durante il primo conflitto mondiale dai contadini residenti nella zona, i quali scelsero di restare a far parte della Slovenia. Il gruppo montuoso del Bachergebirge, sebbene sia da considerarsi di origine preistorica in quanto sorge su un massiccio granitico di gneis, possiede allo stesso tempo caratteristiche fisiche della mezza montagna. Su entrambi i versanti crescono folti boschi (il 70% della Carinzia slovena è coperta da alberi!), così distribuiti: boschi di carpini e di querce (fino ai 500m), abetaie (tra i 500 e i 1000 m), foreste di faggi che necessitano di un terreno più acido (tra i 1000 e i 1400m), e foreste di abeti rossi, che si spingono fino alle vette. Tuttavia i boschi spontanei sono stati soppiantati da pascoli alpini o monocolture di abeti rossi. Dal punto di vista climatico il territorio è interessato da fenomeni atmosferici ad elevata piovosità, tanto da raggiungere 1300-1600mm di precipitazioni annue, gli effetti del clima continentale sono più evidenti man mano che ci si sposta verso est. A Slovenji Gradec la temperatura media nell’intero arco dell’anno si attesta sugli 8,5°C, con valori medi intorno ai –2° C nel periodo invernale e 18,5°C nel mese di luglio. Le valli, protette dall’effetto di inversione, restano coperte di neve fino a due mesi all’anno, mentre sulle vette il manto nevoso permane decisamente più a lungo. La naturale ricchezza di piombo, zinco e ferro ai piedi della vetta più alta (il Peca) ha favorito lo sviluppo economico della popolazione locale.

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Občina Muta e Vuzenica, Pohorje Montagne (©Gerhard Lieb)

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Mežica, Valle Mežica (©Vidmar Matjaz)
Principale centro culturale e amministrativo della Carinzia slovena è la cittadina di Slovenji Gradec, situata nella valle Mislinja. I primi insediamenti risalgono all’epoca preistorica e, in seguito, a quella romana; nel corso della storia nella città si succedettero diverse dominazioni. Tracce di dominazione romana sono state rinvenute anche nei pressi dello snodo dei tre fiumi a Dravograd, sulla Drava, il cui corso veniva utilizzato per il trasporto verso la Romania del legname proveniente dai boschi montani. Storicamente la regione della Carinzia slovena fu il primo Stato sloveno, nato sotto il ducato Asburgico di Karantanija. Dopo la prima Guerra Mondiale la Carinzia Slovena subì la scissione dalla Carinzia Austriaca, perdendo oltre 90.000 abitanti che, attraverso una consultazione popolare, preferirono l’annessione all’Austria.

Il capoluogo industriale della regione e al tempo stesso la sua città più grande, Ravne na Koroškem, sorge sul corso del fiume Mežica. Da quando si è verificata la trasformazione del mercato economico, le acciaierie si sono specializzate nelle leghe dei metalli, nell’industria di coltelli e nella costruzione di macchinari specializzati. L’economia della regione è per lo più basata attività produttive industriali (con il 53% degli impieghi nel secondario nel 2002, il più alto tasso della nazione, di cui l’86% nell’industria manifatturiera) e il settore terziario segue a ruota (con il 40%, il tasso più basso della Slovenia). Il settore dei servizi offre impieghi principalmente nel commercio, nelle riparazioni, nel campo dell’istruzione, nella sanità e nei servizi sociali, nei trasporti, nel magazzinaggio e nella comunicazione, nell’amministrazione pubblica, nella difesa e nella previdenza sociale, nel mercato immobiliare, nelle locazioni e nei servizi per le imprese, come pure nell’industria alberghiera e nella ristorazione. Il tasso di disoccupazione del 12,3% è piuttosto alto, al contrario il reddito pro-capite annuo di appena 9.425€ (2002) riassume la difficile situazione economica della regione. Numerosi problemi derivano anche dall’insufficienza delle infrastrutture e da un forte fenomeno migratorio (71 ab./km2 nel 2003). Resta da sperare che gli investimenti esteri, la crescente esportazione, i bassi salari e una intensiva assistenza nella qualificazione del lavoro possano riavviare lo sviluppo della regione. Anche i massicci interventi contro l’inquinamento e il disboscamento mirano a ottenere risultati positivi, si spera in un futuro non troppo lontano.

Sebbene la zona abbia in sé un grande potenziale da offrire ad un turismo di successo su larga scala, l’attività turistica non brilla particolarmente, anche a causa di un certo isolamento della regione. Dravograd si fregia della splendida chiesa romanica di San Vito, risalente al XII sec. e delle rovine dell’antico castello di “Stari grad”. Sulla Drava si può godere di divertenti gite in battello, arricchite da una pittoresca cornice musicale. La città di Mežica si trova nella valle omonima, risultando suo principale punto di attrazione: essa è anche molto rinomata fra gli amanti degli sport invernali, che qui si preparano alle loro competizioni. Il monte Peca è diventato ormai luogo d’incontro per alpinisti non professionisti, amanti della mountain-bike e sciatori, attirati probabilmente dalla legenda del Re Matjaž, che lo voleva residente all’interno della montagna stessa. È possibile rendere un po’ più reale la legenda con una gita alle miniere di Mežica, con le sue gallerie sotterranee lunghe oltre 100 km, che racchiudono oltre 300 anni di storia dei minatori. Proprio nel cuore della valle della Meža sorge Prevalje, un ricco centro culturale con testimonianze di scavi romani e chiese gotiche (ad es. le Chiese gemelle di Leše). Non molto distante da Ravne na Koroškem si trovano impianti di risalita per piccole piste sui Caravanchi, ma più interessanti sono certamente la chiesa di epoca romana di Sant’Egidio, la chiesa gotica di Sant’Antonio e il castello del XVI sec. La città vecchia del capoluogo Slovenji Gradec, sviluppata intorno all’antica piazza del mercato e conservata in modo eccellente, rappresenta un significativo monumento urbano. Poco distanti i resti delle mura cittadine, del municipio, della Chiesa di Elisabetta o il Castello Rotenturn, che attirano numerosi visitatori.

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